CHIACCHIERE!

Le chiacchiere sono sfoglie fritte croccanti, delicate e friabili, piene di bolle. Tipiche del periodo di Carnevale, sono chiamate con nomi diversi a seconda delle regioni di provenienza: frappe, crostoli, bugie, frittole, frappe, strufoli, fiocchetti et cetera. La base è un impasto di farina, burro, zucchero ed uova cui aggiunge una componente alcolica: distillati, liquori o vini tipo marsala, sambuca, acquavite, grappa o vinsanto. Successivamente l’impasto viene tagliato obliquamente, a strisce rettangolari regolari corte o a strisce lunghe con cui poi si formano dei nodi o fiocchetti.
L’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana. In quel periodo venivano fatti dei dolcetti a base di uova e farina chiamati frictilia, che venivano fritti nel grasso del maiale. Preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali, vale a dire il Carnevale di allora (in questo periodo a regnare era Saturno e non Giove), i frictilia venivano distribuiti numerosissimi alla folla in strada. La tradizione dei frictilia è sopravvissuta fino ad oggi, apportando solo piccole modifiche alla ricetta di base.
Raramente oggi le chiacchiere vengono fritte nello strutto come in passato e vengono spesso cotte anche al forno. I fritti in genere, vengono oggi consideri poco salutari. Eppure bisognerebbe tornare a pensare ai fritti come ad un piatto ricchissimo di tradizione e un vero piacere della gola! Il Presidente Paolo Petroni nell’incipit del libro Fritti Frittate e Frittelle edito da Bolis Edizioni (https://www.bolisedizioni.it/it/libri/food-and-drinks) si chiede proprio: „Cosa sarebbe il piacere della gola orfano del tuffo, nell‘olio bollente, di carni, pesci, verdure, dolci, pane e pasta, formaggi e salumi?“ E poi ci racconta: „Il fritto caratterizza da secoli la cucina italiana ed è uno dei pochi piatti che non ha subito molte variazioni negli anni. I cibi immersi nell‘olio o grasso bollente cambiano aspetto, colore, sapore, profumo, consistenza. E la croccante crosticina che si viene a formare ci permette quella piacevole trasgressione che è il mangiare con le mani“. Mica poco. Basta, come per ogni pietanza, non esagerare. Il resto: TUTTE CHIACCHIERE!